COMUNE DI MASON VICENTINO

Cerasicoltura

Fin dall'antichità Mason è terra di ciliegie di ottima qualità e dal sapore particolarmen­te gradevole.

Ne parlano Carlo Dottori nel poema eroicomico "L'Asino", Filippo Pigafetta nella "Descrizione manoscritta del territorio e del contado di Vicenza del 1586" e Andrea Scoto nel suo "ltinerarium italiae" del 1655. La produzione di ciliegie ha raggiunto la sua massima espansione negli anni '60, poi è diminuita per la progressiva specializzazione degli impianti e l'eliminazione di varietà che, anche se di scarso pregio commerciale, svol­gevano funzioni di impollinatrici.

Nella zona pedemontana erano presenti una trentina di tipi di coltivazioni, tra le quali ri­cordiamo:

la siarésa dell'Assènsa o Sessaròla, pri­maticcia, maturava al tempo della festa dell'Ascensione;

la siarésa Cagaròla o Bissòna, molto lassativa, dal frutto piccolo nel quale il nocciolo è rive­stito di poca polpa;

la siarésa Campanòna, delicata e di poco gusto;

la siarésa Sessarola o di Santa Croce, precocissima, che maturava ai primi di maggio, duran­te la sagra di Villaraspa e venne offerta agli americani, vittoriosi, il 28 aprile 1945;

la siarésa Roanea, semiprecoce, dolce e croccante;

il durone di Ciapa, che prendeva il nome dal Ponte di Ciapa a Molvena e maturava fra l'ulti­ma domenica di maggio e i primi di giugno;

la siarésa Pissona, tardiva, dalle proprietà diuretiche;

la siarésa Moretona, scura, dolce e gradevole, adatta per marmellate;

la siarésa Marasca o Moretina, non aveva un grande mercato ma l'albero era alto, vigoroso e dava il succo di amarena; offriva un buon legno per la mobilia, inoltre con i nodi si costrui

la siarésa Marinela, piccola dal sapore acidulo, tardiva;

la siarésa Marascona, simile alla marinella, ma più grossa e dal gambo lungo; 

la siarésa Duron, dolce e croccante, dal gambo lungo;

la siarésa Romana, un durone dal gambo corto, dalla drupa grossa e schiacciata con polpa soda, succosa e saporita;

la siarésa Mora da la punta, buona e dolce;

la siarésa Salbéga, scura e piccola, con poca polpa; c'erano varietà Salbèghe anche dal colore rosso;

la siarésa Talente, dalla drupa giallina e delicata, cambiava colore dopo la raccolta;

la siarésa Marostegana, bellissima e delicata, dalla drupa giallina con la macchia rossa;

la siarésa Sandra, così detta dal nome di Alessandro Bertolli, che nel 1926 circa la scoprì in un bosco di Pianezze; ha frutti grossi, sodi e saporiti e si distingue nella specie precoce e tardiva; particolarmente apprezzata un tempo era quella tardiva dal sapore un po' acidulo;

la siarésa Roana, bella e molto gustosa, dalla drupa grossa e cuoriforme con buccia e polpa rosse; può essere tardiva e precoce; era adatta anche da marmellata;

la siarésa San Giovanni, tardiva e dal sapore asprigno, maturava verso la fine di giugno.

Oggi restano le ciliegie a polpa soda, perché sono meno deperibili e più richieste dal mercato, mentre quelle a polpa tenera sono quasi scomparse. Delle antiche varietà restano la Sandra, la Roana e la Romana.

 

 

 

 

Tra le nuove coltivazioni citiamo:

la Bella di Pistoia, dalla drupa grossa e cuoriforme, buccia rossa e polpa rosata, soda e croc­cante;

la Bigarrau Moreau o ciliegia francese, precoce e grossa, con polpa soda e rossa, buccia rosso scuro, quasi nera a maturazione;

la Moretta o Morettina, di pezzatura medio grossa, polpa scura, succosa e gradevole;

la Ferrovia, grossa e cuoriforme appuntita, dalla buccia rosso vivo e polpa rosa;

il Durone Nero, grosso e cuoriforme, sodo e di buon sapore;

il Durone Milanese, grosso e rosso intenso, con polpa soda, croccante e saporita;

il Durone Rosso di Mason, presentato alla Mostra Mercato delle ciliegie del 1989, di qualità pregiata.

Per gestire la raccolta e la commercializzazione delle ciliegie, sorse nel 1957 il mercato serale ortofrutticolo di Mason, retto dal Presidente Valentino Zanazzo e composto da 60 produttori. Con il finanziamento del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, nel 1969 il Consorzio acquistò il terreno della contessa Elisa Pagello, lungo via Tarquinia e dette inizio alla costruzione del nuovo fabbricato, dotato di strutture coperte di sosta per i cerasicoltori, di una pesa e di locali adibiti ad uffici. In questa seconda fase il Consorzio si prefisse la promozione di iniziative per il miglioramento della produzione, di incontri informativi sui trattamenti anti­parassitari e sulle nuove colture, non­ché la valorizzazione di alcune varietà autoctone ormai in via di estinzione. Il Gruppo di Base in collaborazione con l'Assessorato all'Agricoltura, il Consorzio Cooperativo Ortofrutticolo, la Comunità Montana "Dall'Astico al Brenta" e l'Istituto di Frutticoltura di Verona mise a dimora negli anni '80 un ciliege­to sperimentale con tecniche colturali di nuova concezione e varietà più resi­stenti.

(Tratto dal libro "Quatro pasi, tre siarése e do ciacole tra i trodi e le caredà de Mason", pagg. 74-76)